Monete antiche fuori corso: scopri l’elenco completo

Tra le monete vecchie o antiche fuori corso vanno considerate tutte quelle forme di emissione monetaria che non ha più corso di valore, ossia che non possono essere impiegate per le transazioni economiche. Se l’euro ha associato questo concetto a tutte le valute precedenti, quindi nel caso dell’Italia si parla della lira, quanto possono valere le vecchie monete?

La lira è stata una valuta dall’importanza estrema sotto tutti i punti di vista, ed ancora oggi è fonte di collezionismo piuttosto importante, radicato presso ogni forma di generazione, anche quelle più recenti che per ragioni anagrafiche non hanno potuto fare ricorso alla vecchia valuta italiana, che resta interessantissima ancora oggi.

La valuta in questione è anche una di quelle che hanno subito maggiori variazioni nel corso dei decenni, così come il valore che è cambiato parecchio economicamente parlando. Ma tra le monete italiane fuori corso, quali sono le più comunemente riscontrabili che sono più interessanti? Proviamo a scoprirlo in poche righe.

Storia della lira, in breve

La lira è stata concepita addirittura ad inizio 800, soto l’influenza napoleonica delle nazioni italiane del Settentrione, inglobate per diversi anni in quello che è stato il “primo” regno d’Italia, concepito dopo l’invasione della Francia e la conquista delle regioni del nord. Successivamente la lira è divenuta comunque la valuta di vari regni pre unitari.

Con la fondazione dell’Regno d’Italia subito dopo il Risorgimento la lira è divenuta la valuta ufficiale del nostro paese e vi è rimasta fino all’entrata in vigore dell’euro, che come per tante altre nazioni ha portato la sostituzione che si è concretizzata nei primi mesi del 2002. Nel corso del tempo sono state emesse tantissime varianti diverse.

Anche la lira ha avuto le numerazioni in centesimi di lira, che sono stati progressivamente non più prodotti a partire dalla seconda guerra mondiale. Con il secondo dopoguerra infatti la lira italiana con la nuova forma di stato repubblicano ha adottato esclusivamente monete da 1, 2, 5 poi 10, 20 lire, progressivamente dagli anni 50 in poi sono state sviluppate altre versioni come la 50, 100, 200 e 500 lire.

Monete fuori corso

Tra le valute più interessanti e diffuse del 20° secolo (dal 1946 in poi), ci sono da menzionare varie emissioni che sono state coniate almeno in due versioni diverse, come la moneta da 1 lira nella variante Arancia e poi Cornucopia, le 2 lire con la Spiga e poi quelle con l’Ape/Olivo, le 5 lire, famose anche in questo caso per due versioni, le prime con il grappolo d’uva e poi la più longeva, con il Delfino.

La svalutazione della lira divenuta importante dagli anni 60 in poi, anche per questo si sono aggiunte monete ancora oggi molto facili da riconoscere, come la 20 lire Quercia, ma anche la 50 lire emessa con la variante con Vulcano intento a lavorare sull’incudine e la contemporanea 100 lire con Minerva e l’albero di alloro.

Note anche le 500 lire, le prime monete sono le famose con le Caravelle, sostituite poi dagli anni 80 da quelle bimetalliche, anche queste molto riconoscibili e simili apparentemente per colorazione alle moderne emissioni da 2 euro. Negli anni 90 sono divenute disponibili anche le monete da 1000 lire, anche queste bimetalliche.

Il “peso” della lira

La lira come detto gode ancora oggi di una enorme considerazione da parte degli appassionati anche perchè si tratta di una valuta molto ambita ed apprezzata da tanti. E se siamo in possesso di esemplari abbastanza vecchi, almeno risalenti agli anni 50 possiamo aspettarci di ottenere cifre importanti se riusciamo a venderle, anche online.

Esemplari come le monete da 1, 2 e 5 lire degli anni 50 possono infatti trovare seguito per centinaia se non addirittura migliaia di euro, emblematico è ad esempio il caso delle Caravelle, che in una specifica versione di prova, datata 1957, che risulta avere la dicitura Prova e le bandiere diverse sulle vele delle imbarcazioni che possono portare questi esemplari ad essere molto interessanti.

Pezzi molto longevi come ad esempio le monete da 10 lire con la Spiga hanno avuto una produzione particolarmente fortunata in termini quantitativi, anche se il loro valore monetario è andato scemando con gli anni, e già dalla fine degli anni 80 sempre meno di queste unità sono state impiegate di meno.

Il Fuori corso “relativo”

Pezzi dalla forza economica “minore” come quelli menzionati a partire dagli anni 90 sono stati prodotti ma sempre meno utilizzati ed impiegati con meno costanza fino a sparire totalmente. Questo è uno di quei casi nei quali le monete hanno continuato ad avere valore legale teorico ma con una certa relatività i cittadini hanno deciso di non farne ricorso.

Altri esempi di monete non accettate prima dell’arrivo dell’euro sono le “piccole” 50 e 100 lire, concepite a inizio anni 90 ma effettivamente sostituite pochi anni dopo, emissioni troppo piccole e scomode per essere effettivamente utili, per questo la zecca decise ai tempi di sostituirle con altre monete, oltre ad impiegare quelle precedentemente emesse.

Lascia un commento